Descrizione
Nella seduta di martedi 29 settembre il Consiglio comunale, raccogliendo la risoluzione promossa dal Consiglio Metropolitano, assegnerà la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.
È superstite dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana. È una voce autorevole e stimata, impegnata da anni nella trasmissione della Memoria soprattutto tra le nuove generazioni. Martedì 29 settembre, il Consiglio comunale di Castenaso delibererà per la concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, senatrice a vita nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2018, «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale».
Nel 1944 fu deportata nel campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz con il padre e i nonni paterni, con cui viveva. Nel campo di concentramento il padre e i nonni morirono, le venne tatuato il numero di matricola 75190 e fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni Union. Venne liberata dall'Armata Rossa nel 1945. S. è una dei venticinque sopravvissuti dei settecentosettantasei bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Dal 1990 ha iniziato la sua infaticabile attività di divulgazione della sua esperienza di sopravvissuta, partecipando a molti incontri con gli studenti e convegni di ogni tipo, convinta che l’indifferenza sia peggiore della violenza (fonte Treccani.it).
È superstite dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana. È una voce autorevole e stimata, impegnata da anni nella trasmissione della Memoria soprattutto tra le nuove generazioni. Martedì 29 settembre, il Consiglio comunale di Castenaso delibererà per la concessione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, senatrice a vita nominata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2018, «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale».
Nel 1944 fu deportata nel campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz con il padre e i nonni paterni, con cui viveva. Nel campo di concentramento il padre e i nonni morirono, le venne tatuato il numero di matricola 75190 e fu impiegata nei lavori forzati nella fabbrica di munizioni Union. Venne liberata dall'Armata Rossa nel 1945. S. è una dei venticinque sopravvissuti dei settecentosettantasei bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni che furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Dal 1990 ha iniziato la sua infaticabile attività di divulgazione della sua esperienza di sopravvissuta, partecipando a molti incontri con gli studenti e convegni di ogni tipo, convinta che l’indifferenza sia peggiore della violenza (fonte Treccani.it).
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Ultimo aggiornamento pagina: 02/10/2020 10:08:14